Archivio per febbraio 2009

Caso Englaro. quando Cristo “bussa alla porta” della coscienza della Chiesa..   Leave a comment


“All’angelo della Chiesa di Laodicea.

Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: 

Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo.

Magari tu fossi freddo o caldo!

Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.

Tu dici: «Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla»,

ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo.

Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco,

vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità

e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista.

Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo.

Mostrati dunque zelante e ravvediti. 

Ecco, sto alla porta e busso.

Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.”

(Apocalisse 3,14-20)

(tra le note della Bibbia a questi versetti, si legge che la Chiesa di Laodicea era una comunità ricca,

dove  si fabbricavano abiti e una polvere speciale per guarire gli occhi)

****************************************************** 

Per conoscere il pensiero della Chiesa sul dolore è basilare leggere la Lettera apostolica Salvifici Doloris 

(Giovanni Paolo II – 11 febbraio 1984)

La lettera inizia cosi: (I,1 Introduzione)

« Completo nella mia carne ,dice l’apostolo Paolo spiegando il valore salvifico della sofferenza,

quello che manca ai patimenti di Cristo,in favore del suo corpo che è la Chiesa » (Colossesi 1,24)

*********************************************** 

Una premessa importante da fare è che per l’Antico Testamento il dolore e la malattia sono le conseguenze del peccato originale e poi..del peccato del singolo..il devoto,il giusto non dovrebbero conoscerle.. Dio premia con l’opulenza e la salute..castiga i peccati con le infermità  ed il dolore..Basti pensare ai lebbrosi descritti nei Vangeli..

Ma l’equazione non tornava ..nella realtà dei fatti..

ecco quindi che nella riflessione sapienziale spunta il libro di Giobbe..

che qui non riporto ma che potete leggere nella suddetta lettera (III-9,11)

 ******************************************************

 Riporto di questa lettera alcuni passi significativi…

i miei personali commenti..li trovate al finale..

(I-3 Introduzione)

“Se il tema della sofferenza esige di essere affrontato

in modo particolare nel contesto dell’Anno della Redenzione,

ciò avviene prima di tutto perché la redenzione si è compiuta mediante la Croce di Cristo,

ossia mediante la sua sofferenza.

E al tempo stesso nell’Anno della Redenzione ripensiamo alla verità espressa nell’Enciclica Redemptor hominis: 

in Cristo « ogni uomo diventa la via della Chiesa »(4).

Si può dire che l’uomo diventa in modo speciale la via della Chiesa,

quando nella sua vita entra la sofferenza.

Ciò avviene — come è noto — in diversi momenti della vita,

si realizza in modi differenti, assume diverse dimensioni;

tuttavia, nell’una o nell’altra forma, la sofferenza sembra essere, ed è,

quasi inseparabile dall’esistenza terrena dell’uomo.

(II- Il mondo dell’umana sofferenza) 

Può darsi che la medicina, come scienza ed insieme come arte del curare,

scopra sul vasto terreno delle sofferenze dell’uomo

il settore più conosciuto, quello identificato con maggior precisione e, relativamente,

più controbilanciato dai metodi del «reagire » (cioè della terapia).

Tuttavia, questo è solo un settore.

Il terreno della sofferenza umana è molto più vasto, molto più vario e pluridimensionale.

L’uomo soffre in modi diversi, non sempre contemplati dalla medicina, neanche nelle sue più avanzate specializzazioni.

La sofferenza è qualcosa di ancora più ampio della malattia,

di più complesso ed insieme ancor più profondamente radicato nell’umanità stessa.

Una certa idea di questo problema ci viene dalla distinzione tra sofferenza fisica e sofferenza morale.

Questa distinzione prende come fondamento la duplice dimensione dell’essere umano,

ed indica l’elemento corporale e spirituale come l’immediato o diretto soggetto della sofferenza.

Per quanto si possano, fino ad un certo grado, usare come sinonimi le parole « sofferenza » e « dolore », 

la sofferenza fisica si verifica quando in qualsiasi modo « duole il corpo »,

mentre la sofferenza morale è « dolore dell’anima ».

Si tratta, infatti, del dolore di natura spirituale, e non solo della dimensione « psichica » del dolore

che accompagna sia la sofferenza morale, sia quella fisica.

La vastità e la multiformità della sofferenza morale non sono certamente minori di quella fisica;

al tempo stesso, però, essa sembra quasi meno identificata e meno raggiungibile dalla terapia. 

(II-16)

Nella sua attività messianica in mezzo a Israele Cristo si è avvicinato incessantemente al mondo dell’umana sofferenza.

« Passò facendo del bene »(32), e questo suo operare riguardava, prima di tutto,i sofferenti e coloro che attendevano aiuto.

Egli guariva gli ammalati, consolava gli afflitti, nutriva gli affamati,

liberava gli uomini dalla sordità, dalla cecità, dalla lebbra,

dal demonio e da diverse minorazioni fisiche, tre volte restituì ai morti la vita. Era sensibile a ogni umana sofferenza, sia a quella del corpo che a quella dell’anima.E al tempo stesso ammaestrava, ponendo al centro del suo insegnamento le otto beatitudini, che sono indirizzate agli uomini provati da svariate sofferenze nella vita temporale.Essi sono « i poveri in spirito » e « gli afflitti », e « quelli che hanno fame e sete della giustizia »

e « i perseguitati per causa della giustizia »,

quando li insultano, li perseguitano e mentendo,

dicono ogni sorta di male contro di loro per causa di Cristo(33)… Così secondo Matteo;

Luca menziona esplicitamente coloro « che ora hanno fame »(34).

******************************************

Riguardo alla lettera apostolica “Salvifici Doloris” 

Il mio personale parere è che la “teologia della chiesa”

non riesce a sottrarsi da questa visione vetero- testamentaria…

Tenta di dare un senso alle sofferenze subite da Cristo sempre nella luce di questa ottica..

per la quale Dio è un giudice giusto e le sofferenze una necessaria riparazione ..

un Dio che ora colpisce il figlio innocente per non colpire l’ingiusto.. 

è una costruzione letteraria-poetica basata su un presupposto che non è verità..

sono gli uomini che hanno colpito il figlio  di Dio..

Dovremmo fare  mente locale su quali furono i motivi che decretarono

la morte di questo innocente da parte del Potere religioso .. 

Si scagliò contro molti “convincimenti religiosi” delle “guide morali “

Ipocriti,vipere..guide cieche..

Consiglio di rileggere Matteo capitolo 15

(Discussioni sulle tradizioni farisaiche –Insegnamento sul puro e sull’impuro)

A chi gli chiedeva “qual è il mio prossimo..” rispose che prossimo non è solo

l’appartenente al tuo popolo secondo le prescrizioni mosaiche ..ma prossimo è chiunque incontri sulla tua propria via..

Disse che  vi è una naturale bontà nel cuore dell’uomo che non necessita di conversione..

quella del buon samaritano..

Difese l’adultera..

Ci sono altri convincimenti su cui espresse pareri..

che non sono riportati dai vangeli canonici…pareri su argomenti per niente secondari..

se furono motivo di lettere esortative da parte di san Paolo..a riguardo della “circoncisione” (Galati 5,1-6)

“poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione ,

ma la fede che opera per mezzo della carità”

di questo convincimento se ne trova traccia sicura nel vangelo di Tommaso..

58- I discepoli gli dissero, “Può essere utile o no la circoncisione?”
ed egli  disse loro, “Se fosse utile, il loro Padre li avrebbe generati circoncisi già  dalla madre.

Ma la sola  circoncisione in  spirito è veramente utile.” 

 ******************************************

inoltre viene da porsi un altro legittimo interrogativo..

se il dolore è salvifico..perché Cristo operò molte guarigioni fisiche…

 ****************************************

il mio personale punto di vista…

premetto che ho assistito per 17 anni..mia moglie..affetta da Corea di Hungtinton..

una malattia degenerativa del sistema nervoso..attualmente incurabile..

mia moglie era già una buona samaritana ancor prima della sua malattia..

era infermiera professionale..da tutti amata per la sua dimostrata tenerazza..

la sua è stata una malattia ereditaria..contratta a 33 anni circa..

dovuta al 50% delle probabilità alla nascita..

suppongo.. che tale malattia sia attribuibile a mutazioni genetiche

contratte dalla nonna materna in tempo di guerra e dovute ad agenti esogeni..

(per intendersi..invito a pensare alla guerra in Iraq..)

il mio punto di vista…

per primo..la morte è stata la sua liberazione..

per secondo ed ultimo..

se queste sofferenze non “accendono” sentimenti di inter-esse e di ricerca nella comunità scientifica..

se non sollevano questioni morali sull’uso della guerra e delle sue armi di distruzione..

la sofferenza di mia moglie..è stata invana..

ugualmente alla sofferenza del Giusto  e di tutti i giusti che hanno sofferto e sono morti

per la giustizia e la verità.

per comprendere il caso Eluana..alcuni articoli..   1 comment


“Il Ministero: lo stato di Eluana non è irreversibile”

Repubblica -18 novembre 2008 

“Da ieri, con la presentazione del «glossario» ministeriale,

sembra sancita la totale incomunicabilità

tra la politica italiana e il Vaticano da una parte,

e la scienza e la legge dall’ altra.

Per i tecnici del ministero e per l’ orientamento del

sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella infatti

«è assurdo poter parlare di certezza di irreversibilità»

negli stati vegetativi di lungo periodo,

come nel caso di Eluana Englaro.

«Sono documentati casi, benché molto rari,

di recupero parziale di contatto con il mondo esterno

anche a lunghissima distanza di tempo».

Perciò, quando Umberto Veronesi parla di irreversibilità

«sbaglia lui».  

Affermazioni che hanno messo in allarme molti medici,

che avvertono l’ esigenza di «non dare false speranze».  

Perché, stando ai testi, non esiste alcun caso di «ritorno»

dallo stato vegetativo.

È vero che nella scienza non esiste l’ irreversibilità,

ma la possibilità di una ripresa della coscienza,

spiega Carlo Alberto Defanti, neurologo e medico di Eluana,

«è dello 0,0001%», in pratica inesistente.  

Molti interventi ruotano intorno a Eluana,

che «morirà di fame e sete, soffrendo».  

Come assicura Gianluigi Gigli,

presidente della commissione dei venti esperti ministeriali

insediata il 7 novembre,

«nessuno è ad oggi in grado di dire esattamente

se la percezione del dolore sia del tutto assente».

Ma per Carlo Alberto Defanti ..

Eluana si trova «in una condizione simile a quella di una

persona in anestesia totale,

per cui non soffrirà quando si smetterà

di nutrirla e idratarla».

In ogni caso,

«per evitare anche la più remota ipotesi di questo tipo»,

è possibile «una piccola dose di sedativi».

Inoltre, continua Defanti,

«dal 1990 gli Stati Uniti prevedono l’ interruzione

dell’ alimentazione artificiale ai pazienti in stato vegetativo.

Succede a migliaia di persone, normalmente.

Di Terri Schiavo si è parlato solo perché il marito

voleva che si smettesse e i genitori no,

quindi c’ è stato un conflitto giuridico,

non medico né religioso».

Ma, ribadisce Angelo Bagnasco,

«la vita umana ferita» è «un richiamo, una grandissima sfida,

verso l’ intera società»

affinché sia

«accudita, curata ed accompagnata con amorevolezza».  

Ma per papà Beppino è amore anche

far rispettare la visione della vita e della salute che aveva,

quando era cosciente, sua figlia Eluana.

Che fare? Quando dal teorico si passa al pratico,

Eugenia Roccella è netta nel dire che

«non esiste alcun obbligo» per il servizio sanitario

di rispettare la decisione della Cassazione.

Il sottosegretario suggerisce come

«luogo più confacente la casa della famiglia Englaro».

Cioè, può fare quello che avrebbe potuto fare già

nell’ inverno del 1992,

quando sua figlia ebbe l’ incidente.

«Eluana – replica suo padre – è stata portata in quello stato

in una clinica e con l’ aiuto di una clinica deve uscirne.

Ci sono delle sentenze valide in ogni stato di diritto.

Tutto il resto è barbarie, credo che ci voglia soprattutto

rispetto, da parte di tutti».

«La vicenda di Eluana – aggiunge Franca Alessio,

curatrice speciale – è definitivamente chiusa.

Nessuno può più permettersi di decidere per lei

e per i suoi familiari».

La polemica ha tracimato sino ai medici del Friuli,

dove forse andrà a spegnersi Eluana:

«Ci sono state molte telefonate di colleghi che esprimevano

contrarietà alla prospettiva che gli Englaro venissero qua –

riferisce Luigi Conte presidente dell’ ordine

dei medici di Udine –

ma anche altri che invece esprimevano sostegno.

È una questione di libertà di coscienza»

(Piero Colaprico)

UN GIORNO NELLA STANZA DI ELUANA

Lecco- 10 settembre 2008  

Eluana Englaro oggi ha i capelli corti.

Dire che se ne sta a letto è già un mezzo inganno,

perché, quando la si vede, quando la si osserva,

si percepisce qualcosa che potrebbe essere anche

la forza di gravità:

qualcosa che non la lascia semplicemente adagiata tra le

lenzuola, ma sembra risucchiarla giù, verso un altro luogo,

mentre la ragazza, inerme in tutto, non può opporsi.

Gli occhi, che nelle foto pubblicate dai giornali, sono spesso

ironici e lucenti, colpiscono.

Sono strabici,

perché questa forza oscura e le ferite cerebrali

hanno vinto i muscoli, ormai appannati.

Anche le giunture sono anchilosate,

lo si vede dai polsi che escono dalla camicia da notte candida.

Diteci com’ è Eluana oggi, perché fate vedere le sue vecchie

foto e non mostrate com’ è adesso?

Sono richieste anche legittime, quelle dei lettori nei blog e nei

forum (non tutte, certo, perché in qualcuno si percepisce una

curiosità che sconfina in un territorio meno nobile).

Ma Eluana non è speciale.

Se frequenti gli ospedali, sai che appartiene a una nuova

umanità disgraziata, che si sta moltiplicando

grazie ai progressi della medicina,

quella degli esseri umani in stato vegetativo.

Solo in Italia sono circa tremila persone

e in qualche modo si assomigliano tutti:

alternano momenti di veglia (stanno con gli occhi aperti)

a momenti di sonno (stanno con gli occhi chiusi),

emettono suoni, gemiti, sospiri senza alcuna attinenza con

quanto accade intorno al loro capezzale.

I neurologi sostengono che non esiste alcuna possibilità

di entrare in contatto con loro, perché non reagiscono in

maniera intelligente.

Possono avere un soprassalto se c’ è un rumore, o una smorfia

se si fa loro del male, si tratta però di riflessi.

Respirano da soli.

Ma se su quegli occhi aperti si avvicina la punta di una matita,

restano aperti:

nessuna minaccia li muove o li chiude.

Perciò la giornata di Eluana, intesa come giornata, non esiste:

esiste il non-mondo di Eluana.

Oggi questa donna di 36 anni sta al secondo piano della clinica,

in una stanza da sola,

dove siamo entrati anche noi.

Non raramente è in penombra,

con suor Rosangela quasi sempre accanto a lei.

Lo fa dal 7 aprile del 1994.

Prima, per quasi due anni, Eluana,

finita fuoristrada con l’ auto,

spedita d’ urgenza in rianimazione, a poco più di vent’ anni –

tanti ne aveva – era stata ricoverata nel reparto di

lungodegenza riabilitativa dell’ ospedale di Sondrio.

Risultati della rianimazione? Deprimenti.

Ma «faremo il possibile»,

aveva promesso il primario di Sondrio.

Le hanno in effetti tentate tutte.

Anche in questo caso, miglioramenti pari allo zero.

Un giorno una compagna di scuola di Eluana è andata a

trovarla proprio mentre la spostavano dal letto,

usando un paranco:

«Come se fosse un sacco di patate,

lei che non voleva farsi mettere le mani addosso da nessuno».

Lo shock è stato tale da tenere questa ragazza

lontana dall’ ospedale per un bel po’ .

Ogni briciola di quella speranza invocata qualche settimana fa

in una lettera fraterna anche dal cardinal Tettamanzi

è sparita in fretta. E non da sola.

Anche la mamma di Eluana, restando accanto alla figlia,

«si è consumata».

Non compare mai, nelle interviste o in pubblico,

perché si è ammalata di cancro e sta malissimo.

Papà Beppino le fa da scudo, come fa da scudo alla figlia.

I medici gli avevano suggerito:

«Pensa alla tua vita, per Eluana non puoi fare più nulla,

ci pensiamo noi».

Ma questi Englaro, a dispetto di tutto,

erano e sono una famiglia unita: e il papà non ha mai mollato

per pensare a sé stesso,

perché «Eluana intendeva la vita come libertà di vivere,

tra noi c’ era come un patto di rispetto reciproco

delle nostre volontà».

Parlando della figlia, l’ ha definita «un cristallo».

I pezzi di quel cristallo, i cocci della fragilità di una creatura,

forse potranno avere sepoltura grazie a un tribunale,

o forse no.

Al momento, accanto alla ragazza in questo stato

«da 6082 giorni, 16 anni sette mesi e ventitré giorni»,

come scandisce il papà,

ci sono i peluche, le sue foto al mare e sugli sci,

i cassetti sono colmi di quegli abiti, di quella biancheria

che la mamma esausta e piangente ha continuato a comprare,

perché voleva che la figlia, bella, fosse bellissima.

La sua bellezza ancora traspare, una bellezza di porcellana,

dove qualcuno scorge il soffio della vita, e qualcuno no:

ne intravede solo il diafano ricordo, un fantasma traslucido.

Ma d’ altra parte, gli stessi medici, al papà che chiedeva lumi,

non avevano risposto:

«Non abbiamo risposte, non abbiamo soluzioni»?

Sua figlia, gli avevano detto, è una «non-morta, con gravi

handicap».

Tutti, compresa e forse soprattutto la suora, e anche il

professor Carlo Defanti, il neurologo che si è detto disponibile

a staccare il sondino di questa sua paziente,

hanno spiato la quotidianità di questa “non-morta”.

Mai un cenno, mai hanno percepito uno sguardo,

mai una sensazione che qualche cosa della sua volontà,

della sua energia sprizzasse all’ esterno del guscio della pelle.

E così non restano da fare che alcune cose pratiche.

C’ è stato chi, nelle polemiche venate di crudeltà che

caratterizzano questa vicenda umana,clinica e giuridica,

si è spinto sino a dire che Eluana fa anche ginnastica.

La situazione è, in sintesi, questa.

Ogni pomeriggio alle 17..

una sacca beige, con dentro un “pappone”,

un composto di nutrimenti e medicine, viene pompato,

attraverso il sondino nasogastrico,

direttamente nello stomaco di Eluana,

che ha perso la capacità di deglutire,

non potrebbe cioè essere imboccata.

Questo pasto dura dodici ore.

Poi viene sostituito dalla sacca dell’ acqua, per l’ idratazione.

Per evitare le piaghe – e non se n’ è mai formata una,

tanto è efficiente l’ amore di suor Rosangela –

Eluana viene spostata dal letto.

E qua non c’ è il paranco, come nell’ ospedale,

e non ci sono infermieri che protestano per la fatica:

questa religiosa con spalle da artigliere l’ abbranca,

circonda con le sue forme e la sua forza

quel fragile essere dalla testa ciondolante,

mette Eluana a sedere sulla carrozzella,

per un paio d’ ore circa.

Quando non ci sono giornalisti e fotografi

(sarebbe vietato fotografare e pubblicare chi è incapace

di intendere e volere, ma non si sa mai),

la trasporta nel piccolo giardino,

con panchine di pietra e fiori profumati.

Comunque, Eluana va sorvegliata a vista,

perché se non è imbracata, può cadere in avanti.

Poi c’ è la fisioterapia passiva, cioè «le mani altrui»,

un concetto che per Eluana equivaleva a una violenza,

la toccano, la muovono, danno tono per quel che si può

ai muscoli inerti come gomma.

Succede anche tre volte al giorno, il tempo deve passare,

le cure si devono eseguire.

Ed è così che «la mamma si è consumata come una candela

accanto alla figlia», lamentandosi perché «non l’ hanno

lasciata morire».

Lo stesso papà Beppino,

vincendo il pudore che tante volte lo frena,

una volta ha detto al cronista che

«Sati è morta dentro quando è morta Eluana,

e poi è sopravvissuta a se stessa, distruggendosi».

Eluana, nel letto, senza fame, senza sete,

senza riconoscenza, senza affetto (lo affermano i neurologi)

resta ignara di questa battaglia e di questi dolori

dei suoi amatissimi genitori,

e pure dei tanti pensieri e delle emozioni

che causa la sua tragedia.

Il papà, invece, convinto,

forse anche da socialista vecchia maniera,

che «la sola libertà è dentro la società»

non ha accettato quel concetto di

«portatela a casa, la facciamo morire di nascosto».

Ancora ieri ripeteva:

«Da quello che si è creato clinicamente,

solo clinicamente si può uscire».

dal nostro inviato PIERO COLAPRICO  

il fanatico è un altro esempio di alienazione..   Leave a comment


“Il fanatico è un altro esempio di alienazione.

In generale si definisce fanatico chi è irremovibilmente e assolutamente convinto di qualcosa.

Al contrario, il fanatismo si spiega secondo me solo come espressione dell’ alienazione personale.

Per chiarire questo concetto vorrei far riferimento a Buio a mezzogiorno, il libro di Arthur Koestler.

In questo romanzo il protagonista è un alto funzionario del Partito comunista, da molti anni nel partito;

un uomo rispettabile, onesto, con sentimenti normali verso il prossimo.

Nel corso della sua carriera politica all’interno del  partito,

deve però uccidere sempre più tutto ciò che di umano vi è in lui.

Alla fine tutta la sua umanità viene uccisa; egli non prova più nulla, né potrà più sentire nulla.

In tutto questo tempo il partito è divenuto per lui un idolo dell’umanità.

Il partito rappresenta la solidarietà, la fratellanza, la speranza, l’amore, l’amicizia, tutto;

egli deve essere lo schiavo del partito, perché,

avendo privato se stesso di tutte le qualità umane,

impazzirebbe, perderebbe la sua identità umana,

se non fosse per la sua sottomissione al partito.

Grazie a questa infatti egli riesce a restare in relazione con le qualità che prima erano le sue.

Ciò che è peculiare del fanatico, è che egli si crea con queste qualità un idolo che poi assolutizza.

La sua totale sottomissione a questo idolo gli consente di provare una passionalità strana, particolarmente orgogliosa di sé,

che forse si potrebbe definire più correttamente una passionalità fredda.

Chi ama.. vede, ascolta, gioisce, prova una eccitazione e una intensità

che sono collegate alla reale esperienza che sta vivendo.

Il fanatico prova un senso di intensità

che non è affatto collegato a ciò che nella vita egli finge di sperimentare,

né l’amore per l’umanità, né l’amore della libertà.

Si eccita invece solo quando si sottomette totalmente all’ assoluto.

Koestler ha rappresentato con molta precisione questo paradosso proprio nel titolo paradossale Buio a mezzogiorno.

Se dovessi scegliere un simbolo per definire il fanatico, prenderei quello del «ghiaccio rovente».

Nel fanatico c’è qualcosa che brucia, ma allo stesso tempo il fanatico è una persona assolutamente fredda.

Il fanatico si è svuotato di tutto ciò che è umano e l’ha proiettato sul suo idolo,

che può essere l’odio, il nazionalismo o l’antisemitismo.

Egli sperimenta l’intensità di una totale sottomissione

e crede di essere in relazione con ciò che per lui significa l’assoluta umanità.

Naturalmente ci si può comportare in modo analogo anche con Dio,

si può trattare Dio come un idolo.

Mi pare importante notare che la psicologia del fanatismo è più comprensibile

se la si osserva dal punto di vista del fenomeno dell’ alienazione e della idolatria che da esso consegue.”

( Erich Fromm – Saggi)

(Chiesa e governo sbagliano)

(Vivere in stato vegetativo)

(Eluana, anima prigioniera)

18:16  Arcivescovo di Udine: “sospendere l’esecuzione”“Preghiamo per ottenere, da chi ne ha il potere, la sospensione di questa tragica esecuzione e la conversione dei cuori”. Lo ha detto l’arcivescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, nell’omelia di una messa celebrata al santuario della Beata Vergine delle Grazie per Eluana Englaro. 

16:07  Polemiche per la trasmissione Telecamere:” rubrica agghiacciante”

“Ho assistito a una trasmissione agghiacciante nella rubrica Telecamere condotta da Anna La Rosa, dove sostanzialmente il padre di Eluana Englaro è stato rappresentato come un bugiardo e quindi un potenziale assassino”. Lo dice l’esponente del Pd e capogruppo all’Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici, che ha inviato una lettera al presidente della Rai e al responsabile della Commissione di vigilanza.

Berlusconi frasi celebri..fresche fresche…   1 comment


“a me sembra che non ci sia altro..che la voglia.. di togliersi di mezzo una scomodità” (video)

18:50  “Nostra Costituzione influenzata da quella sovietica”

“Serve un chiarimento sulla Costituzione”: lo dice Silvio Berlusconi, da Cagliari.

“Rifletteremo – aggiunge – e vedremo se dovremo arrivare

a quella riforme della Carta Costituzionale che sono necessarie,

perchè è una legge fatta molti anni fa,

sotto l’influenza di una fine della dittatura

con la presenza al tavolo di forze ideologizzate,

che hanno guardato alla Costituzione russa

come ad un modello da cui prendere molte indicazioni”.

E dunque, “andremo a fare delle riforme che andranno a chiarire il dettato della Costituzione

se no un governo che fa? Va a casa…”.

Pubblicato 7 febbraio 2009 da sorriso47 in berlusconi frasi celebri

Israeli spokesman says . “We control stupid Americans”   Leave a comment


Israeli spokesman says . “We control stupid Americans”  

Un’altra portavoce di Israele, Tzipora Menahce,

ha affermato di non essere preoccupata

delle potenziali conseguenze negative

che il massacro compiuto da Israele a Gaza potrebbe avere

sull’immagine di Israele stessa presso l’amministrazione Obama,

ed ha aggiunto :  

“Voi lo sapete bene, e lo sanno altrettanto bene quegli stupidi di Americani :

noi controlliamo il loro governo indipendentemente da chi sia seduto alla Casa Bianca.

Vedete, lo so io e lo sapete voi,

che nessun presidente americano potrà mai trovarsi nella possibilità di sfidarci

nemmeno se noi facessimo l’impensabile.

Cosa mai potrebbero ( gli americani ) farci ?

Noi controlliamo il congresso, noi controlliamo i media,

noi controlliamo il mondo dello spettacolo e noi controlliamo tutto in America :

in America tu puoi criticare Dio, ma non puoi criticare Israele.”

Written by http://www.daily.pk   

Sunday, 01 February 2009 01:09

“Another Israeli spokeswoman, Tzipora Menache, stated that she was not worried about negative ramifications the Israeli onslaught on Gaza might have on the way the Obama administration would view Israel.

She said ‘You know very well, and the stupid Americans know equally well,

that we control their government, irrespective of who sits in the White House.

You see, I know it and you know it that no American president can be in a position to challenge us even if we do the unthinkable.

What can they (Americans) do to us?

We control congress, we control the media,

we control show biz, and we control everything in America. In America you can criticize God, but you can’t criticize

 (fonte)

L’articolo riporta altre notizie interessanti ..(fonte)

Pubblicato 7 febbraio 2009 da sorriso47 in Attualità, Popoli e politiche

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: