Archivio per settembre 2009

Retroscena di un funerale di Stato..   Leave a comment


Ricevo una comunicazione riservata da persona proveniente da «dentro» il sistema militare dei «corpi speciali» che mi ha fatto rabbrividire. A motivo del mio lavoro (terapia di sostegno), avevo intuito che molte cose non quadrassero, ma questa rivelazione mi ha sconcertato. Il berretto al bambino di due anni e la corsa dell’altro bambino alla bara del padre con la mano che si copre il volto (foto giornali perché non ho visto i funerali né ascoltato tg e rg) non sono frutto di spontaneità o gesti di mamme che cercano di proteggere i figli con «qualcosa» del padre (berretto e abbraccio).

Al contrario, sembra che tutto sia stato centellinato dall’équipe di sostegno psicologico che in questi giorni circondano i familiari con un cordone sanitario strettissimo. Mi dice il militare interlocutore che lo scopo di questo gruppo di sostegno non è aiutare le famiglie ad elaborare la morte e il lutto, ma impedire che facciano scenate o mettano in atto comportamento lesivi dell’onore dell’esercito.
La mia fonte asserisce che buona parte di questo personale non è specializzata in psicologia, ma è un corpo speciale che ha un obiettivo preciso: la gestione dei giorni successivi alla morte e il contenimento o meglio l’annullamento della rabbia, della contestazione e della disperazione conseguenti che potrebbero portare a comportamenti di indignazione verso l’esercito e le istituzioni.
Le tecniche quindi mirano ad adeguare il pensiero delle famiglie allo «status di eroe» del congiunto perché appaia «coerente» con la «nobiltà della missione» del morto che diventa anche la «missione della famiglia». Sarebbe una tragedia per l’immagine militare se mogli, madri, figli e fidanzate si mettessero a gridare contro l’esercito e il governo che li ha mandati a farsi ammazzare.
In questa logica si capisce la retorica dell’«eroe», l’insulsaggine del servizio alla Patria, il sacrificio per la Pace nel mondo e anche la lotta al terrorismo. Tutti sanno tutto e giocano a fare i burattini. Se le informazioni che ho ricevuto sono vere, e non posso dubitare della serietà della fonte, i funerali dei sei militari uccisi e tutta l’opera dei pupi presente a San Paolo, è stata un’operazione terribile, ancora peggiore degli attacchi dei talebani. Tutto è gestito per deviare il Paese, le Coscienze e la Verità. E’ una strategia scientificamente codificata.
Il vescovo militare (generale di corpo di armata) non ha risparmiato parole grosse di encomio e di osanna al servizio che i militari fanno alla Pace e alla Democrazia. Una sviolinata che neppure La Russa è capace di fare. A lui si è unito il cardinale Angelo Bagnasco che ha detto:

«Non è esagerato parlare di strage, tanto più assurda se si pensa ai compiti assolti dalla forza internazionale che opera in quel Paese e allo stile da tutti apprezzato con cui si muove in particolare il contingente italiano. Non è un caso che questo lutto, com’era successo per la strage di Nassiriya, abbia toccato il cuore dei nostri connazionali, commossi dalla testimonianza di altruismo e di dedizione di questi giovani quasi tutti figli delle generose terre del nostro Sud. E per questo il nostro popolo si è stretto alle famiglie dei colpiti con una partecipazione corale al loro immane dolore. Anche noi ci uniamo ai sentimenti prontamente espressi dal Santo Padre» (21-09-2009).

Mi dispiace per il signor cardinale, ma non posso associarmi a questa mistificazione collettiva. Enrico Peyretti mi dice che durante l’Eucaristia, pane spezzato per la fame del mondo, è risuonato l’urlo di guerra dei parà: «Folgore!» quasi una schioppettata nel cuore del Sacramento. Credo che si possa dire che la Messa è stata la cornice vacua di una parata militare con i propri riti.
Oggi (21-09-2009), infine, il cardinale Bagnasco ha parlato anche della questione morale e della legge sugli immigrati senza mai nominare e né l’uno e né l’altra. Nessun cenno esplicito alla legge sul reato di clandestinità: si intravede tra le righe un leggero senso di disapprovazione. Figuriamoci se chiamava per nome il Papi Priapeo. Si è limitato a fare una predica generalizzata, valida per tutti e, quindi per nessuno, come giustamente interpreta «Il Giornale» di famiglia.. Tutto va bene, madama la marchesa? Ma, sì! Diamoci una botta e via! «Domani è un altro giorno» diceva Rossella O’Hara o Tarcisio Bertone? Non ricordo bene.

funerali

PERCHE’ HO LANCIATO QUELLA SCARPA..   1 comment


 

bush_scarpa

TUTTO QUANTO NOI POSSIAMO SCRIVERE PER MOBILITARE LE COSCIENZE O FARLE CRESCERE..

NON AVRA’ MAI LA CONCRETEZZA DI UN GESTO VERO..FATTO.. PAGANDONE,MAGARI,LE CONSEGUENZE..

LA RIFLESSIONE E LA VERITA’..SONO STERILI..SE NON SONO ACCOMPAGNATI DA UN VISSUTO REALE..

*DI MUNTAZER AL ZAIDI
/The Guardian/

*”Non sono un eroe. Ho solo agito come un iracheno che ha visto il
dolore e il massacro di troppi innocenti”.*

Io sono libero. Ma il mio paese è ancora un prigioniero di guerra.

Si è parlato molto di cosa ho fatto e di chi sono io,

se si sia trattato di un atto eroico e se io sia un eroe,

come per rendere quell’atto un simbolo.

 Ma la mia risposta è semplice: ciò che mi ha spinto a quel gesto 

è l’ingiustizia che si è abbattuta sul mio popolo, nonchè il modo
in cui l’occupazione ha umiliato la mia patria schiacciandola sotto il
suo stivale.

Durante gli ultimi anni, più di un milione di martiri sono caduti sotto
i proiettili dell’occupazione, ed oggi l’Iraq conta più di 5 milioni di
orfani, un milione di vedove e centinaia di migliaia di mutilati.

Molti milioni sono senza tetto, sia dentro che fuori dall’Iraq.

Noi eravamo una nazione nella quale l’arabo divideva il pane

con il turcomanno, il curdo, l’assiro, il sabeano e lo yazid.

Gli sciiti pregavano assieme ai sunniti.

I musulmani festeggiavano assieme ai cristiani la nascita di Cristo. 

e  ciò nonostante il fatto che condividessimo la fame,

essendo sotto sanzioni per più di un decennio.

La nostra pazienza e solidarietà non ci ha fatto dimenticare l’oppressione.

L’invasione, tuttavia, ha diviso anche i fratelli e i vicini di casa.

Ha trasformato le nostre case in camere da funerale.

Non sono un eroe. Ma ho un punto di vista. Ho una posizione precisa.

Mi ha umiliato vedere il mio paese umiliato;

e vedere la mia Baghdad bruciare, la mia gente morire.

Migliaia di immagini tragiche rimangono nella mia testa, spingendomi sul cammino del conflitto.

Lo scandalo di Abu Ghraib. Il massacro di Falluja, Najaf, Haditha, Sadr City, Bassora,
Diyala, Mosul, Tal Afar, ed ogni angolo di territorio martoriato.

Ho viaggiato attraverso il mio paese in fiamme

e ho visto con i miei stessi occhi il dolore delle vittime,

ho sentito con le mie stesse orecchie le grida degli orfani e le vedove.

Una sensazione di vergogna mi ha perseguitato come una maledizione,

perchè ero impotente di fronte a tutto ciò.

Non appena ho terminato i miei impegni professionali nel documentare le tragedie quotidiane,

mentre sgomberavo le rovine di ciò che rimaneva delle case irachene,

mentre lavavo il sangue che macchiava i miei vestiti,

serravo i denti e ripromettevo di vendicare le nostre vittime.

L’occasione si è presentata, ed io l’ho sfruttata.

L’ho fatto per lealtà nei confronti di ogni goccia di sangue innocente
versato con l’occupazione o a causa di essa,

per ogni grido delle madri in lutto, ogni lamento degli orfani, la sofferenza delle donne violate,
le lacrime dei bambini.

Io dico a coloro che mi rimproverano per il mio gesto:

sapete in quante case distrutte è entrata la scarpa che ho lanciato?

Quante volte ha calpestato il sangue delle vittime innocenti?

Forse quella stessa scarpa era la risposta più appropriata ..

quando tutti i valori sono stati violati.

Quando ho tirato quella scarpa in faccia al criminale George Bush
<http://www.guardian.co.uk/world/2009/mar/12/iraqi-shoe-thrower-trial-resumes>,

volevo esprimere il mio rifiuto nei confronti delle sue menzogne,

per la sua occupazione del mio paese, il mio rifiuto per il suo massacro della mia gente.

Il mio rifiuto per il suo saccheggio delle ricchezze del mio paese e la distruzione delle sue infrastrutture.

E l’espulsione dei suoi figli in una diaspora senza precedenti.

Se ho fatto un torto al giornalismo senza averne intenzione,

a causa dell’imbarazzo che ho creato all’interno dell’establishment, mi scuso.

Ciò che volevo fare era esprimere con coscienza viva

i sentimenti di un cittadino che vede il suo paese profanato quotidianamente.

La professionalità, invocata da alcuni sotto gli auspici dell’occupazione,
non dovrebbe avere una voce più alta della voce del patriottismo.

Ma se il patriottismo ha bisogno di parlare,

il professionista dovrebbe allearsi con lui.

Non ho fatto questo gesto affinchè il mio nome possa entrare nella storia o per guadagni materiali.

Tutto ciò che volevo fare era difendere il mio paese.

/Titolo originale: “Why I Threw the Shoe”/

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info

Pubblicato 26 settembre 2009 da sorriso47 in anima, Attualità, AVVENTO DEL REGNO DI DIO, Popoli e politiche

La filosofia della Libertà..   Leave a comment


Come si può definire il concetto di libertà..

manifesto-la-verita-prima-di-tuttoun interessante articolo ..dal Blog   Tra cielo e terra… di Santaruina

IL CANCRO E’ CAUSATO DA UN FUNGO..(TULLIO SIMONCINI..ONCOLOGO)   2 comments


L’IPOTESI FUNGINA ( VIDEO  1/3 )

Pubblicato 25 settembre 2009 da sorriso47 in spiritualità

“Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire   Leave a comment


 

Da un post di Caramella Fondente

“Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione.”
(Mussolini – Preludio al Machiavelli, in Gerarchia dell’aprile 1924. S.e.D., vol. IV, pag.110).

“Quando mancasse il consenso, c’è la forza. Per tutti i provvedimenti anche i più duri che il Governo prenderà, metteremo i cittadini davanti a questo dilemma: o accettarli per alto spirito di patriottismo o subirli”.
(Mussolini – Disc. Risposta al Ministero delle Finanze, 7 marzo 1923 – S. e D., vol III, pag 82

« La stampa più libera del mondo intero é la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve
soltanto una causa e un regime; é libero perché, nell’ambito delle leggi del Regime, può esercitare,
e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione. »
(Mussolini – Dalle parole rivolte ai giornalisti, a Palazzo Chigi, il 10 Ottobre 1928). – VI, 250 e 251.

“Il Fascismo è un fenomeno religioso, il prodotto di una razza. Il Fascismo è forza spirituale e religione.”
(Mussolini – Discorso di Cremona, del 19 giugno 1923 – III, 170)

“Ho la stessa idea vincente di Dio, la vittoria del bene sul male. Vi spiegherò il mio vangelo”.
(Berlusconi)
“Io il Gesù Cristo della politica” ” una vittima paziente che si sacrifica per tutti”.
(Berlusconi)

Pubblicato 22 settembre 2009 da sorriso47 in Attualità, berlusconi frasi celebri, Popoli e politiche

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