a questo link ci sono i miei video preferiti su Youtube ..ce ne sono di molto belli..dategli un’occhiata.
i miei video preferiti su Youtube
La ricotta -Pier paolo Pasolini
nel seguente link..troverete alcune parti della ricotta..ma anche i video completi per vedere il vangelo di Matteo
ed il Decameron..e le 120 giornate di Salò ed altri importanti video
(è una playlist di 200 video)
Samsara
Le vite degli altri– (consigliato dal giudice Clementina Forleo) link
Water- un film di Deepa Mehta
Cento chiodi- Ermanno Olmi
Il diavolo in corpo di Marco Bellocchio
Vincere di Marco Bellocchio, questa è teologia laica.
“Vincere” il film in streaming , una storia d’amore poco nota “Vincere” é stato l’unico film in concorso nel 2009 al Festival del Cinema di Venezia. Diretto da Marco Bellocchio e interpretato da una sempre convincente Giovanna Mezzogiorno e da Filippo Timi – i protagonisti -, la trama del film narra l’amore di Ida Irene Dalser per Benito Mussolini e ruota inevitabilmente attorno alle vicende che coinvolgono Benito Albino Dalser, il figlio nato dalla loro unione. La donna, che ama Benito incondizionatamente, asseconda in tutto e per tutto l’uomo che dal canto suo non ripaga Ida dello stesso sentimento. Nella pellicola emerge come l’ascesa politica di Mussolini avvenne anche grazie alla presenza e ai sacrifici della Dalser che però non occupò mai un posto speciale nel suo cuore e fu ben presto ripudiata e dimenticata.
Elena Undone
Dramma e sesso passionale e romantico si combinano nell’incanto del primo amore che deve fronteggiare diversi problemi nella vita reale per trasformarsi nell’impegno di una vita. Prima di incontrare Peyton, Elena, moglie e madre eterosessuale, non avrebbe mai potuto pensare che si sarebbe innamorata di una donna. L’amicizia fra Peyton, una scrittrice lesbica dichiarata, ed Elena, la moglie di un pastore omofobo che non ha mai conosciuto il vero amore, si trasforma rapidamente da un’attrazione unilaterale in una torrida relazione extraconiugale. Nonostante il forte sentimento, Peyton, preoccupata su molti fronti, ha delle perplessità ad iniziare una storia con una donna etero sposata. Elena, da parte sua, riconosce di essersi messa in una trappola con un amore senza possibilità di matrimonio, e fatica a razionalizzare la natura e l’importanza dei suoi nuovi desideri. Mentre il loro rapporto s’intensifica, Elena si trova davanti alla scelta di abbandonare Barry, suo marito, o di mettere fine alla sua storia con Peyton per salvare un matrimonio già traballante e per nulla gratificante e tornare ad una vita grigia e meccanica. Ma sopra ogni cosa, Elena deve riuscire a convincere Peyton che loro due possono avere davanti un futuro splendido nonostante la difficile partenza. Il film affronta le tematiche della religione, del sesso, della famiglia e della forza dirompente che può avere un amore vero.
(Se non riesci a vedere i film correttamente è perché devi cambiare i file DNS.

Primo film a forte tematica gay prodotto in Venezuela, un Paese dove ancora non si discute dei diritti gay e la società è pervasa da una diffusa e atavica omofobia. Spesso si vedono sui muri graffiti con scritto “morte ai froci” e bande di teppisti attaccano e picchiano chiunque venga sospettato di essere gay. Nel film sentiamo dire “preferisco avere un figlio delinquente piuttosto che gay”.
Inatteso quindi il successo di questo film, opera prima del regista attore Miguel Ferrari, che è rimasto in cartellone per otto mesi ed è stato visto da più di 600 mila spettatori. Recentemente ha vinto il premio Goya 2014 (il più importante riconoscimento cinematografico spagnolo) come miglior film latino-americano. Il regista, assai famoso come attore, ha dichiarato: “Ho voluto portare sullo schermo questa storia da me scritta perchè sento la necessità di dare voce e far parlare persone che non parlano mai, che devono vivere in un mondo buio perchè nessuno vuole affrontare questi argomenti”.
Il film affronta diverse tematiche, come l’omofobia, la discriminazione, il rapporto genitori figli, la paternità gay, la transessualità, il maltrattamento delle donne, ecc. Tutto questo attraverso una storia ben strutturata, realistica e toccante, movimentata da diversi personaggi tutti strettamente collegati. Diego è un fotografo gay che ha grande successo nel mondo della moda. Durante la sua adolescenza ha avuto una breve relazione etero che generò un figlio che la madre portò con sè trasferendosi in Spagna. In seguito Diego ha vissuto una vita gay semiclandestina fino a quando si è deciso a convivere con il suo compagno Fabrizio come una normale famiglia. Un giorno Fabrizio è vittima di un tragico incidente che lo lascia in coma. Contemporaneamente la madre di suo figlio gli telefona dalla Spagna dicendogli che deve prendersi cura del figlio Armando. Le incomprensioni tra padre e figlio non saranno poche, sentendosi entrambi come appartenenti a mondi diversi e lontani. Armando fatica ad accettare lo sconosciuto mondo gay del padre e Diego non sa cosa voglia dire essere il padre di un adolescente etero. Per entrambi non sarà facile costruire un rapporto d’amore e stima, anche perchè il mondo circostante, famiglia e società, sono contro di loro.
Diego is a guy like any other one. He has a regular family and his friends don’t have anything special. But there is something that makes him different. He has a heterosexual son. One father, one son. Both of them will need to fix their differences. Everything depends on how you look at it.
Diego et Fabrizio filent le parfait amour et vont bientôt vivre ensemble. Alors qu’il ne l’a pas vu depuis cinq ans, le fils adolescent de Diego débarque chez lui et apprend que son père est gay. Peu après, Fabrizio est roué de coups par trois homophobes et sombre dans le coma. Diego et son fils feront-ils la paix? Fabrizio sortira-t-il du coma? Et Delirio de Rio, une flamboyante transsexuelle, amie du couple, retrouvera-t-elle son amour de jeunesse? Dans un pays où l’homophobie reste présente, active et violente, Azul y no tan rosa a connu un vrai succès populaire au Venezuela. Il faut saluer le fait qu’un film mettant en vedette un couple gay « ordinaire » (ni macho, ni folle), un père gay et une transsexuelle soit resté à l’affiche pendant huit mois.
A questo link c’è il film intero..ma attenzione..dovete scorrere a fine pagina.
http://italianqueermoovies.blogspot.it/2014/07/my-straight-son-azul-y-no-tan-rosa.html
se non riuscite a vederlo ..dovete cambiare il vostro DSN ,impostando quello di Google
l’operazione è spiegata facilmente a questo link..sotto!!!
http://www.cb01.eu/siti-filesharing-oscurati-soluzione-guida-cambio-dns/
LA CORTE
La corte di Christian Vincent. Racconta alcuni giorni nella vita di un giudice francese, Michel Racine, interpretato da Fabrice Luchini. Il severo giudice Racine conduce una vita tutto sommato noiosa, tra stanze d’albergo e corti di giustizia dove l’inesorabile scansione delle procedure giudiziarie quasi soffoca crimini efferati e miserie umane lancinanti. A scuotere l’impassibile giudice ci pensa Birgit, una giurata, interpretata da Sidse Babett Knudsen, che il Racine aveva incontrato anni prima in un momento molto delicato della sua vita. Il film passa con noncuranza dalla corte d’assise a un bar dove il giudice apre il suo cuore a Birgit. A tenere insieme il tutto c’è un’interpretazione magistrale di Fabrice Luchini, coppa Volpi all’ultima mostra di Venezia.
Xavier Racine è un maturo giudice togato della corte d’Assise di Saint-Omer, nella regione nordoccidentale del passo di Calais, soprannominato il magistrato “a due cifre”, perché è difficile che le vittime dei suoi verdetti scontino meno di dieci anni di reclusione. Nonostante una brutta influenza di stagione, Racine è chiamato a presiedere l’aula in cui si svolge il processo a un giovane disoccupato, accusato di aver ucciso la figlia di sei mesi. Ma a sconvolgere Racine non è l’omicidio di Melissa, bensì la presenza tra i giurati popolari di Ditte Lorensen-Coteret, un’anestesista di origini danesi che aveva conosciuto anni prima, quando era stato ricoverato in ospedale per un incidente, e della quale si era perdutamente innamorato.
La collaborazione tra Christian Vincent e Fabrice Luchini risale a prima ancora de La Timida, il film che li aveva fatti conoscere entrambi, ad un cortometraggio di epoca scolastica e di materia sentimentale dal titolo che par quasi a tema, Il ne faut jurer rien. Ora, dopo alcune brillanti incursioni nel teatro filmato, Vincent presenta un film più minimale, ma anche più sottile e interessante. Dalle location presidenziali si passa all’aula stretta di un tribunale di provincia, a poca distanza da una tavola calda ancora più stretta. Un’aula per di più inizialmente contenuta in un’inquadratura piatta e parziale, l’equivalente di un ritratto a mezzo busto, qual è l’immagine del giudice assiso. Quale miglior set per fare davvero del teatro filmato, con un personaggio che ha un cognome del genere, per giunta? Invece no. L’astuzia di Vincent è quella di crearsi le condizioni per fare del cinema, anche solo con uno sguardo.
Luchini è “l’uomo con l’ermellino” (in francese “hermine”) e quello di Vincent è senza dubbio un ritratto: di un attore straordinario e di un personaggio da romanzo, tutto normalità e anonimato, con nel cuore un sentimento segreto che ha la potenza dell’ossessione. Ma c’è di più. Avvolto nella stola di pelliccia di ermellino, simbolo di dignità e incorruttibilità (si diceva fosse un animale che preferirebbe morire piuttosto che macchiare il bianco puro del suo manto), Xavier Racine è imperturbabile e solenne, “giusto” (la verità è altra cosa e non ci compete, afferma ad un certo punto) e moderato, inibito all’eccesso (non perde mai la pazienza) così come al difetto (non può lasciar correre l’imprecisione linguistica, deve intervenire), almeno fino a che non vede qualcosa (qualcuno). Come nel capolavoro di Leonardo, che proprio con la “Dama con l’ermellino” abbandona la tradizionale trasparenza della ritrattistica e introduce il moto dell’animo, basta il volgersi del volto del/la protagonista ad osservare qualcuno che sopraggiunge nella stanza, per aprire l’ordinario allo straordinario, per passare dalla registrazione meccanica al cinema narrativo.
http://www.cineblog.top/movies/la-corte-2016-streaming-ita/
http://www.cineblog.top/streaming-hd/?title=La%20corte%20(2016)%20Streaming%20ITA
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