Un consistente aiuto militare a Israele viene anche dalle maggiori potenze europee. La Germania gli ha fornito 5 sottomarini Dolphin (di cui due regalati) e tra poco ne consegnerà un sesto. I sottomarini sono stati modificati per lanciare missili da crociera nucleari a lungo raggio, i Popeye Turbo derivati da quelli Usa, che possono colpire un obiettivo a 1500 km. L’Italia sta fornendo a Israele i primi dei 30 velivoli M-346 da addestramento avanzato, costruiti da Alenia Aermacchi (Finmeccanica), che possono essere usati anche come caccia per l’attacco al suolo in operazioni belliche reali.
La fornitura dei caccia M-346 costituisce solo una piccola parte della cooperazione militare italo-israeliana, istituzionalizzata dalla Legge n. 94 del 17 maggio 2005. Essa coinvolge le forze armate e l’industria militare del nostro paese in attività di cui nessuno (neppure in parlamento) viene messo a conoscenza. La legge stabilisce infatti che tali attività sono «soggette all’accordo sulla sicurezza» e quindi segrete. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane possono essere segretamente utilizzate per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. Possono essere anche usate per rendere ancora più letali le armi «convenzionali» usate dalla forze armate israeliane contro i palestinesi.
La cooperazione militare italo-israeliana si è intensificata quando il 2 dicembre 2008, tre settimane prima dell’operazione israeliana «Piombo fuso» a Gaza, la Nato ha ratificato il «Programma di cooperazione individuale» con Israele. Esso comprende: scambio di informazioni tra i servizi di intelligence, connessione di Israele al sistema elettronico Nato, cooperazione nel settore degli armamenti, aumento delle esercitazioni militari congiunte.
In tale quadro rientra la «Blue Flag», la più grande esercitazione di guerra aerea mai svoltasi in Israele, cui hanno partecipato nel novembre 2013 Stati uniti, Italia e Grecia. La «Blue Flag» è servita a integrare nella Nato le forze aeree israeliane, che avevano prima effettuato esercitazioni congiunte solo con singoli paesi dell’Alleanza, come quelle a Decimomannu con l’aeronautica italiana. Le forze aeree israeliane, sottolinea il generale Amikam Norkin, stanno sperimentando nuove procedure per potenziare la propria capacità, «accrescendo di dieci volte il numero di obiettivi che vengono individuati e distrutti». Ciò che sta facendo in questo momento a Gaza, grazie anche al contributo italiano.