Archivio per 18 ottobre 2013

Josephine Baker. un mito degli anni Venti e Trenta   Leave a comment


https://youtu.be/g3986lZE0Gc?list=RDg3986lZE0Gc
Josephine Baker

Josephine Baker

https://youtu.be/ZydsH-ZvUyk?list=RDg3986lZE0Gc
https://youtu.be/g3986lZE0Gc
Josephine Baker in Banana Skirt from the Folie...
Josephine Baker in Banana Skirt from the Folies Bergère production “Un Vent de Folie” (Photo credit: Wikipedia)

Erotismo esplosivo e incontenibile. Josephine Baker fu un mito degli anni Venti e Trenta.

Parigi in delirio adorava quel corpo stupendo.

Di origini afroamericane la Baker ebbe un’infanzia difficile e una vita avventurosa. Nata a St. Louis nel Missouri deve la sua fama a un gonnellino di banane e al luccicante mondo delle Folies Bergère di Parigi.

A celebrarla con una mostra, in occasione del mese dedicato alla storia dei neri, è il Weam, il World erotic art museum di Miami, che espone per l’occasione locandine di film e spettacoli, bamboline, disegni e dipinti, manifesti e fotografie, statue e ritagli di stampa, in una ricca esposizione curata daNaomi Wilzig, proprietaria del museo che da anni collezione memorabilia della Baker.

La Baker fondeva una passione autentica per la tradizione popolare delle sue origini africane con la sensualità tipica di Parigi: un mix a cui difficilmente era possibile resistere.

La sua provocatoria “Banana Dance“, eseguita mentre ondeggiava i fianchi cinti da un gonnellino fatto con il più malizioso dei frutti, è ormai parte dell’immaginario erotico collettivo.

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Fu anche attrice e due sono in particolare i suoi film più noti: “Zou zou” del 1934 e “La principessa Tam Tam”, dell’anno successivo. Ma Josephine Baker non fu soltanto una ballerina straordinaria con un corpo mozzafiato.

Famoso fu il suo impegno civile a favore dei diritti dei neri:

sebbene ormai residente in modo permanente in Francia

sostenne l’American Civil Rights Movement e per dimostrare in modo concreto la sua posizione contro il razzismo

adotto’ 12 orfani di varie etnie, che affettuosamente chiamò la sua “tribù arcobaleno”.

Ad aggiungere ancora un ingrediente al racconto di una vita già ampiamente al di là dell’ordinario vi è la sua attività nel controspionaggio durante la seconda guerra mondiale.

In difesa di quella che di fatto era diventata la sua nuova patria, la Francia, la Baker si espose al pericoloso lavoro di recapitare messaggi per la resistenza francese, spesso nascondendoli tra i suoi spartiti musicali.

Morì nell’aprile del 1975, qualche giorno dopo essersi esibita sul palco del teatro Bobino a Parigi per un evento celebrativo di fronte a personaggi come Grace Kelly, il principe di Monaco e Sophia Loren: tutti venuti a rendere omaggio al suo talento.

Ci furono oltre 20mila persone al suo funerale. Le strade di Parigi erano stracolme di folla, per l’ultimo saluto all’unica americana sepolta in Francia con gli onori militari.