156 OPERE DI MARC CHAGALL (CLIC sull’immagine qui sotto)
(L’ALBERO DELLA VITA)
Marc Chagall è celeberrimo per i suoi dipinti dai colori vivaci, con predominanza del blu, per l’atmosfera fiabesca, giocosa o romantica delle sue creazioni. Ma nella Cappella dei Penitenti di Sarrebourg, una piccola cittadina della Lorena (Francia), sono alcune inaspettate vetrate realizzate proprio da lui e capaci di incantare i visitatori. Il motivo di una di queste, alta ben 12 metri, è l’Albero della vita. Siamo soliti associare la cappella religiosa all’arte antica e la vetrata all’arte gotica. Vengono in questo caso sfatate due “consuetudini” e ci si ritrova all’interno di una cappella isolata risalente al XIII secolo, decorata da vetrate contemporanee da un artista celebre per ben altre tipologie di opere. La cappella è oggi non solo luogo di contemplazione ma anche vero e proprio omaggio a Chagall. E a pensarci bene non è così difficile comprendere come l’artista russo (naturalizzato francese), autore di quadri fortemente bidimensionali e non di rado imperniati di simbolismo religioso, abbia trovato nella vetrata un supporto ideale. Attraverso una tecnica secolare Chagall ha trasmesso anche in questo caso il suo messaggio di vita e amore che appare rivoluzionario anche grazie al senso di contrasto che l’opera, inserita in tale contesto, scatena in chi la osserva. In un oceano di blu (quel blu al quale l’artista ci ha abituati) emergono i rossi e i verdi accesi del fogliame e del tronco dell’Albero della vita che quasi sembra smaterializzarsi e diventare solo macchie di colore. Nella parte alta dell’albero, come immersi nella chioma, sono due figure nude che si toccano: Adamo ed Eva. I progenitori anziché rimandare al peccato originale sembrano voler simboleggiare il prototipo, per l’umanità, della coppia unita dall’amore e generatrice di vita. Non mancano, attorno al grande Albero della vita, altre figure ricorrenti nell’arte religiosa. Ecco allora una Vergine col Bambino e poi il tradizionale Cristo crocifisso, trionfante sulla morte e quindi detto triumphans. Lontana da ogni naturalismo quest’opera meravigliosa e suggestiva avvicina la religione all’ambito del sogno. L’Albero della vita sembra qui un compendio di tutti i significati che ha avuto nella storia: simbolo divino e religioso, forza primigenia di rigenerazione, armonia e amore universale, spiritualità ed energia vitale. E ad esso, centrale e imponente, si connettono perfettamente tutte le “scene” religiose più tipiche dell’arte del passato, imperniate però qui di un tono fiabesco, tipico per l’artista, e non per questo meno emozionante.
Marc Chagall (Vitebsk, 7 luglio 1887 – Saint-Paul de Vence, 28 marzo 1985) è stato un pittore russo naturalizzato francese, d’origine ebraica.
Il suo vero nome era Moishe Segal (משה סג”ל – Segal è un cognome levita, acronimo di סגן לוי Segan Levi, “assistente levita”); il suo nome russo era Mark Zacharovič Šagalov, abbreviato in Šagal (Шагал; Chagall, secondo la trascrizione francese).
Marc Chagall nasce in una famiglia di cultura e religione ebraica, a Vitebsk, allora facente parte dell’Impero Russo, oggi in Bielorussia. È il maggiore di nove fratelli. Il padre, Khatskl (Zakhar) Chagall, era mercante di aringhe, sposato con Feige-Ite. Nelle opere dell’artista ritorna spesso il periodo dell’infanzia, felice nonostante la condizione di vita.
Iniziò a studiare pittura nel 1906 con il maestro Yehuda (Yudl) Pen, il solo pittore di Vitebsk, ma l’anno successivo si trasferì a San Pietroburgo. Qui frequentò l’Accademia Russa di Belle Arti, con il maestro Nikolaj Konstantinovič Roerich e conobbe artisti di ogni scuola e stile. Tra il 1908 e il 1910 studiò, invece, alla scuola Zvantseva con Léon Bakst. Questo fu un periodo difficile per lui: gli ebrei potevano infatti vivere a San Pietroburgo solo con un permesso apposito e, per un breve tempo, venne persino imprigionato. Rimase nella città fino al 1910, anche se di tanto in tanto tornava nel paese natale dove, nel 1909, incontrò la sua futura moglie, Bella Rosenfeld.
Una volta divenuto noto come artista, lasciò San Pietroburgo per stabilirsi a Parigi, per essere più vicino alla comunità artistica di Montparnasse, dove entrò in amicizia con Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay e Fernand Léger. Nel 1914 ritornò a Vitebsk e l’anno successivo si sposò con la fidanzata Bella. La prima guerra mondiale scoppiò mentre Chagall era in Russia. Nel 1916, il pittore ebbe la sua prima figlia, Ida.
Nel 1917 prese parte attiva alla rivoluzione russa: il ministro sovietico della cultura lo nominò Commissario dell’arte per la regione di Vitebsk, dove fondò una scuola d’arte e il Museo di arte moderna di Vitebsk. Nella politica del governo dei soviet non ebbe tuttavia successo e per di più entrò in contrasto con la sua stessa scuola (in cui militava El Lissitzky) che per motivi politici era conforme al suprematismo, assolutamente agli antipodi dello stile fresco ed “infantile” di Chagall. Nel 1920 si trasferì con la moglie a Mosca e poi a Parigi nel 1923. In questo periodo pubblicò le sue memorie in yiddish, scritte inizialmente in lingua russa e poi tradotte in lingua francese dalla moglie Bella; scrisse anche articoli e poesie pubblicati in diverse riviste e, postumi, altri scritti raccolti in forma di libro. Divenne cittadino francese nel 1937.
Durante l’occupazione nazista in Francia, nella Seconda guerra mondiale, con la deportazione degli Ebrei e l’Olocausto, gli Chagall fuggirono da Parigi. Si nascosero presso Villa Air-Bel a Marsiglia e il giornalista americano Varian Fry li aiutò nella fuga verso la Spagna ed il Portogallo. Nel 1941 la famiglia Chagall si stabilì negli Stati Uniti, dove sbarcò il 22 giugno, giorno dell’invasione nazista della Russia.
Il 2 settembre 1944, Bella, compagna amatissima, soggetto frequente nei suoi dipinti e compagna di vita, morì per una infezione virale. Due anni dopo, Chagall fece ritorno in Europa e nel 1949 si stabilì in Provenza.
Uscì dalla depressione causata dalla morte della moglie, quando conobbe Virginia Haggard, dalla quale ebbe un figlio. Fu anche aiutato dalle commissioni che ricevette per lavori per il teatro.
In questi anni intensi, riscoprì colori liberi e brillanti: le sue opere sono dedicate all’amore e alla gioia di vivere, con figure morbide e sinuose. Si cimentò anche con la scultura, la ceramica e il vetro.
VETRATE DI CHAGALL A REIMS
L’ospedale Hadassah (Gerusalemme occidentale)-VETRATE CHE RAPPRESENTANO LE 12 TRIBU’ DI ISRAELE
La tomba di Chagall nel cimitero di Saint-Paul de Vence
Chagall si risposò nel 1952 con Valentina (detta “Vave”) Brodsky: viaggiò diverse volte in Grecia. Nel 1957 si recò in Israele, dove nel 1960 creò una vetrata per la sinagoga dell’ospedale Hadassah Ein Kerem e nel 1966 progettò un affresco per il nuovo parlamento. Viaggerà anche in Russia dove sarà accolto trionfalmente, ma si rifiuterà di tornare nella natìa Vitebsk.
Durante la guerra dei sei giorni l’ospedale venne bombardato e le vetrate di Chagall rischiarono di essere distrutte: solo una venne danneggiata, mentre le altre vennero messe in salvo. In seguito a questo, Chagall scrisse una lettera in cui affermava di essere preoccupato non per i suoi lavori ma per la salvezza di Israele.
Chagall morì a novantasette anni, a Saint-Paul de Vence, il 28 marzo 1985.
Chagall nei suoi lavori si ispirava alla vita popolare della Russia europea e ritrasse numerosi episodi biblici che rispecchiano la sua cultura ebraica. Negli anni sessanta e settanta, si occupò di progetti su larga scala che coinvolgevano aree pubbliche e importanti edifici religiosi e civili.
Le opere di Chagall si inseriscono in diverse categorie dell’arte contemporanea: prese parte ai movimenti parigini che precedettero la prima guerra mondiale e venne coinvolto nelle avanguardie. Tuttavia, rimase sempre ai margini di questi movimenti, compresi il cubismo e il fauvismo. Fu molto vicino alla Scuola di Parigi e ai suoi esponenti, come Amedeo Modigliani.
I suoi dipinti sono ricchi di riferimenti alla sua infanzia, anche se spesso preferì tralasciare i periodi più difficili. Riuscì a comunicare felicità e ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti. Il mondo di Chagall era colorato, come se fosse visto attraverso la vetrata di una chiesa.
Marc Chagall si è occupato anche di Mail art (vedi il volume Il recupero della memoria del milanese Eraldo Di Vita).
Durante il suo primo soggiorno a Parigi rimane colpito dalle ricerche sul colore dei Fauves e da quelle di Robert Delaunay (definito il meno cubista dei cubisti). Il suo mondo poetico si nutre di una fantasia che richiama all’ingenuità infantile e alla fiaba, sempre profondamente radicata nella tradizione russa. La semplicità delle forme di Marc lo collega al primitivismo della pittura russa del primo Novecento e lo affianca alle esperienze di Natal’ja Sergeevna Gončarova e di Michail Fedorovič Larionov. Con il tempo il colore di Chagall supera i contorni dei corpi espandendosi sulla tela. In tal modo i dipinti si compongono di macchie o fasce di colore, sul genere di altri artisti degli anni Cinquanta appartenenti alla corrente del Tachisme (da tache, macchia). Il colore diventa così elemento libero ed indipendente dalla forma.
http://www.sardegnabelarus.it/ch-bio.htm
Opere giovanili
http://www.sardegnabelarus.it/ch-01.htm
Opere del primo periodo parigino di Mark Chagall 1910- 1914
http://www.sardegnabelarus.it/ch-02.htm
Opere di Mark Chagall del periodo storico comprendente la Prima Guerra Mondiale, le Rivoluzioni Borghese e d’Ottobre in Russia 1914- 1923
http://www.sardegnabelarus.it/ch-03.htm
Opere di Mark Chagall del periodo francese e americano 1923- 1948
http://www.sardegnabelarus.it/ch-04.htm
Opere di Mark Chagall del periodo della maturità 1948- 1985