Firenze,
città di ingegni arditi,
la vive in una culla di colli
che son sempre, sempre fioriti.Chi c’ha la sua francese,
chi c’ha la sua australiana
e poi c’è chi c’ha l’inglese
oppur l’americana.Io c’ho la mi’ biondona,
la ‘un sarà scicche, l’è forse una ciartrona,
però l’adoro senza reticenze, bah,
e perchè l’è come me, l’è di Firenze.
Firenze,
città delle colline,
in un punto che c’ha in piano
c’è un bosco che si chiama, chiama Cascine.
Chi va con la vettura,
chi va con il cavallo
e che il cielo sia coperto
o sotto un tramonto giallo.
Io vo, come tu vedi,
vo alle Cascine e ci vo sempre a piedi,
l’aspetto e viene piena di movenze
come fan le donnine di Firenze.
Firenze,
città di Vial dei Colli,
nel mezzo al gran piazzale
ci passan tanti furbi e tanti polli.
Chi va pei panorama
e chi va far all’amore,
ma c’è chi i spini passa
e gli si schianta il core.
E passa tra tante voci
e dicon: Guarda e va i’ Monte alle Croci,
cappelli in mano, quattro riverenze
sotto un tramonto rosso di Firenze.
Firenze,
città dove son nato
non so per qual ragione,
se ‘un ti rivedo un pò son disperato.
Scrissi questa canzone
e tanti l’hanno cantata,
però co’ il mi’ vocione
e la ‘un s’era registrata.
Certo, non so un tenore
ma pe’ Firenze esturo la passione
e il disco che ho cantato con amore
li è della casa Voce di’ Padrone.
lo stesso testo in lingua italiana
lFirenze,
città di ingegni arditi,
vive in una culla di colli
che son sempre, sempre fioriti.
Chi ha la sua francese,
chi ha la sua australiana
e poi c’è chi ha l’inglese
oppur l’americana.
Io ho la mia biondona,
non sarà scic, è forse una cialtrona,
però l’adoro senza reticenze, bah,
perchè è come me, è di Firenze.
Firenze,
città delle colline,
in un punto che è in piano
c’è un bosco che si chiama, chiama Cascine.
Chi va con la vettura,
chi va con il cavallo
che il cielo sia coperto
o sotto un tramonto giallo.
Io vado, come tu vedi,
vado alle Cascine e ci vado sempre a piedi,
l’aspetto e viene piena di movenze
come fanno le donnine di Firenze.
Firenze,
città di Viale dei Colli,
in mezzo al gran piazzale
ci passano tanti furbi e tanti polli.
Chi va per il panorama
e chi va a fare all’amore,
ma c’è chi i spini passa
e gli si schianta il core.
E passa tra tante voci
che dicon: Guarda va al Monte alle Croci,
cappelli in mano, quattro riverenze
sotto un tramonto rosso di Firenze.
Firenze,
città dove son nato
non so per qual ragione,
se non ti rivedo un pò son disperato.
Scrissi questa canzone
e tanti l’hanno cantata,
però con il mio vocione
non l’avevo registrata.
Certo, non sono un tenore
ma per Firenze ho la passione
e il disco che ho cantato con amore
è della casa Voce del Padrone.
le varietà dei dialetti italiani è quello che si avvicina ,,nell’uso della parola.. alla lingua italiana; Vi propongo vari filmati di canzoni fiorentine..cosi che potrete verificare
ma finiamo in bellezza con la canzone di Cocciante,,che è un epico amore,,appunto per “la nostra lingua italia”
“I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno di Dio”, disse Gesù ai farisei che lo ascoltavano nel tempio. Senza dubbio, queste parole suonarono come una bruciante sferzata per i farisei. Loro, che si consideravano (ed erano ritenuti) “puri”, sarebbero stati preceduti dai pubblici peccatori e dalle prostitute! Qual è il rimprovero che Gesù fa ai farisei? Anzitutto la distanza tra il “dire” e il “fare”. E lo esemplifica con la parabola dei due figli. Il primo si dichiara pronto ad andare a lavorare nella vigna, ma non lo fa’, il secondo invece, dopo il diniego, si reca alla vigna. Gesù mette a nudo la contrapposizione tra le parole e la vita. Le parole da sole non salvano, occorre metterle in pratica. In tal senso aveva detto Gesù: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7, 21). L’esempio del secondo figlio è efficace: egli adempie la volontà del padre non a parole, che sono anzi contrarie ad essa, ma con i fatti.
La distanza tra il dire e il fare esplicita cos’è la religiosità farisaica stigmatizzata da Gesù. È un’accusa rivolta a chiunque bada più all’apparire che all’essere, più alle parole che al fare, più all’esteriorità che al cuore. E se ci esaminiamo un poco vediamo subito quanto ciascuno di noi somiglia al primo figlio pronto più a dire sì con le labbra che a fare concretamente la volontà di Dio. Talora c’è anche un’obbedienza che ha il tono e la forma della deferenza, dell’apparenza e dell’equilibrio, ma che nel profondo nasconde una sottile ribellione interiore. Come può esserci un’esteriore disobbedienza che presenta una superficie scomposta e indisciplinata ma che in realtà ha nel profondo una sostanza valida ed esemplare di impegno.
Gesù afferma che è più facile per un peccatore ravvedersi piuttosto che per un benpensante, sicuro e altezzoso della sua giustizia, spezzare l’involucro duro del suo autocompiacimento e delle sue abitudini. E prende spunto dalla predicazione del Battista: i farisei l’hanno respinta, mentre i peccatori si sono convertiti. Costoro, infatti, non si sono contentati di ascoltare, ma hanno chiesto: “Cosa dobbiamo fare?”(Lc 3, 10-14); e hanno messo in atto quanto il predicatore diceva loro. Questa è la fede: ascoltare l’invito della predicazione del Vangelo e percepirlo come rivolto personalmente a se stessi, non come parole astratte su cui dibattere e discettare. Chi si lascia toccare il cuore dal Vangelo, costui si allontana da se stesso (in fondo la religiosità farisaica è il compiacimento di se stessi, del proprio comportamento, delle proprie azioni) e si abbandona alla volontà di Dio.
L’esempio di Francesco d’Assisi che ricorderemo il 4 ottobre è l’opposto della religiosità farisaica. Egli fu discepolo nel senso pieno del termine: ascoltò il Vangelo e lo mise subito in pratica alla lettera. Non è un eroe. È un uomo che si è lasciato amare dal Signore sino in fondo e per questo lo ha seguito senza resistere. Ha lasciato tutto perché aveva trovato uno che lo amava più di se stesso. In verità è così anche per noi. Gesù ci ha amati più di noi stessi. Francesco d’Assisi lo riconobbe. Noi facciamo fatica, perché i nostri occhi sono pieni ancora di noi stessi e dei nostri problemi. Volgiamo il nostro sguardo al Signore e lasciamoci insegnare da lui
Mio padre,rimasto orfano in tenera età di padre a di madre,
fu allevato dalla nonna materna con i soldi delle puttane fiorentine
E’ uscito da poco il nuovo romanzo di Dan Brown e già a Firenze è possibile organizzare un tour ripercorrendo i luoghi protagonisti del libro: luoghi simbolici e artistici, mentre sullo sfondo si staglia il protagonista indiscusso di questo romanzo, Dante Alighieri e la sua Divina Commedia.
Ripercorrere questi monumenti con l’occhio, non sempre storico, di Dan Brown è davvero affascinante. Noi ne abbiamo percorso solo una parte, dato il tempo che stringeva, e lo abbiamo fatto in compagnia della NX 300 di Samsung (protagonista delle foto nella gallery).
Siamo partiti dal Duomo di Firenze, dove abbiamo incontrato diverse simbologie tra cui l’orologio che funziona in senso antiorario e la cupola progettata dal Brunelleschi.
Da qui siamo passati al Battistero: all’esterno la magica Porta Paradisodi Lorenzo Ghiberti ci accoglie, mentre all’interno la cupola affrescata ripercorre le pene dei dannati.
Un salto alla chiesetta, spoglia ma piena di atmosfera, dove avvenne l’incontro tra Dante e Beatrice e un passaggio su Ponte Vecchio percorrendo, dall’esterno, il corridoio Vasariano.
Un saluto alla Torre di Badia (dove all’inizio del libro, un’inquietante personaggio si suicida buttandosi giù) per poi passare alla Torre Pagliazza, accanto all’Hotel dove il protagonista del libro trova rifugio.
Devo dire che è stata un’esperienza molto interessante: rivedere i luoghi avendo presenti le sequenze del libro, è davvero coinvolgente.
E, tutto sommato, poco importa se nella narrazione Dan Brown dicono sia stato impreciso su diversi dettagli storici: il tour ha un suo fascino e la città di Firenze attirerà ancora più turisti. E questo, in periodi di crisi, non può che far bene.
“Torna Robert Langdon de Il Codice Da Vinci, bestseller che proprio quest’anno spegne dieci candeline. Il personaggio creato da Dan Brown si troverà alle prese con un mistero legato a Dante Alighieri e al primo libro della Divina Commedia, in un nuovo romanzo intitolato Inferno (Mondadori) disponibile in contemporanea mondiale il prossimo 14 maggio.
Dopo Angeli e demoni, Il codice Da Vinci e Il simbolo perduto, tutti pubblicati da Mondadori, Inferno rappresenta il quarto capitolo della serie che vede protagonista l’ormai noto professore di Harvard.
Il titolo, in perfetto stile Dan Brown, è stato diffuso grazie a un giochino realizzato apposta per i fan frequentatori della Rete. Ogni volta, infatti, che gli utenti di twitter commentavano l’hastag #DanBrownToday, sul sito Hiperacrivate.com si svelava un pezzetto di un mosaico che, una volta completato, avrebbe rivelato appunto il titolo del nuovo libro dello scrittore americano. L’immagine è ora visibile su www.danbrown.com , sulla pagina Facebook dell’autore e sul sito del programma tv americano Today .
“Anche se ho studiato l’Inferno di Dante quando ero giovane, è stato solo recentemente, quando ho cominciato a fare delle ricerche a Firenze, che sono riuscito ad apprezzare la persistente influenza del lavoro di Dante sul mondo moderno”: così Dan Brown ha spiegato come ha avuto l’idea di occuparsi del sommo poeta, inserendolo in un altro intreccio fatto di codici, enigmi, misteri e simboli da decifrare.
Una ricetta narrativa che è diventata la firma di garanzia dell’autore, confermandolo come uno dei maestri del thriller contemporaneo.”
il sito web che organizza un Tour sui luoghi di Firenze citati da Dan Brown
donne ultraviolette
Siamo donne ultraviolette: frequenze al di là del visibile e della televisione. Ultraviolette del pensiero, vorremmo ri/fondare i rapporti fra i SESSI, e verso il MONDO, sulla base del RISPETTO.
METEMPSICOSI RELOATED
Qui non troverete ‘verità’ solo ‘informazioni’ tradotte, quelle le cui conclusioni sarete VOI a dover confrontare ed approfondire…
superficaoca channel
Ho un Q.I. così ALTO (anche senza tacchi) che mi vergogno. Motti del Superficaoca Channel:1. PRESTO!! che è TARDI !!!!
Amnesty International
Amnesty International è un’Organizzazione non governativa indipendente, una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale. L’associazione è stata fondata nel 1961 dall’avvocato inglese P
La Rete delle Donne
Per i nostri diritti, e per il bene di tutti, è il momento di unirci, cercando l’amicizia e il sostegno degli uomini che non sentono il bisogno di schiacciare le donne, per tentare un cambio di paradigma.
Anagen.net
un portale di integratori ,ricco di spiegazioni scientifiche
Fondazione Valsè Pantellini
Gli studi sull’efficacia dell’ascorbato di potassio nella cura del cancro (vai al post sull’argomento)
Ivan Ingrilli (grillo parlante)
Questo blog cerca di informare sui pericoli che ci vengono nascosti ai danni della nostra salute, sulle leggi che influenzano la nostra liberta’ di scelta e su quelle corporazioni che lucrano promuovendo i loro prodotti, danneggiando la scienza e le soluz